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Immagine del redattoreAndrea Viliotti

Barometro Internazionale Cegos 2024: tendenze globali nelle competenze aziendali

Aggiornamento: 21 ott

Il Gruppo Cegos, leader internazionale nel settore del Learning & Development, ha pubblicato l'edizione 2024 del suo Barometro Internazionale, un'indagine che esplora le principali sfide legate alla trasformazione, soprattutto in ambito tecnologico, che organizzazioni e dipendenti affrontano oggi. La ricerca coinvolge 5000 dipendenti e 469 responsabili delle risorse umane di aziende pubbliche e private in nove paesi, tra Europa (Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna), Asia (Singapore) e America Latina (Brasile, Messico, Cile).

 

L'obiettivo principale del Barometro è analizzare le questioni più urgenti legate alla trasformazione, con particolare attenzione all'impatto dell'Intelligenza Artificiale Generativa e dei dati sulle competenze richieste nei prossimi anni. L'indagine mostra come i cambiamenti tecnologici, climatici e sociali stiano trasformando in modo significativo il contenuto del lavoro per la maggior parte dei dipendenti.

Barometro Internazionale Cegos 2024: tendenze globali nelle competenze aziendali
Barometro Internazionale Cegos 2024: tendenze globali nelle competenze aziendali

Cambiamento tecnologico e competenze digitali nel Barometro Internazionale Cegos 2024

Secondo i responsabili delle risorse umane, il 63% delle sfide per i prossimi due anni sono legate al progresso tecnologico, soprattutto all'Intelligenza Artificiale e ai dati. Anche i dipendenti percepiscono la portata di questi cambiamenti: il 76% ritiene che le sfide attuali porteranno a una modifica sostanziale del proprio lavoro, e il 31% teme addirittura che il proprio ruolo possa scomparire. Tra i lavoratori manuali, questa percentuale sale al 38%, indicando una maggiore vulnerabilità di queste categorie rispetto all'automazione e all'introduzione di nuove tecnologie.

 

Le tecnologie emergenti, come l'Intelligenza Artificiale Generativa e l'analisi dei dati avanzata, stanno avendo un impatto massiccio su settori quali la produzione, la logistica e i servizi. Il 43% dei dipendenti dichiara di sentirsi sopraffatto dalla velocità del cambiamento tecnologico, con una variabilità significativa tra i paesi: in Francia solo il 24% riporta questo sentimento, mentre in Singapore la percentuale sale fino al 51%. Inoltre, il 27% dei dipendenti ritiene di non avere, o di non avere presto, le competenze necessarie per svolgere adeguatamente il proprio lavoro, sottolineando la necessità di programmi formativi più agili ed efficaci.

 

Le difficoltà legate alla rapida evoluzione delle tecnologie si riflettono anche nella percezione della necessità di sviluppo delle competenze digitali. Il 43% dei responsabili HR identifica lo sviluppo delle competenze digitali come la priorità principale, seguito dallo sviluppo delle soft skills (35%), che risultano sempre più importanti per consentire ai lavoratori di adattarsi in modo flessibile alle nuove modalità di lavoro. In particolare, in paesi come il Messico, il 60% dei responsabili HR enfatizza la necessità di sviluppare competenze di adattabilità e agilità.

 

In parallelo, la formazione sulle competenze legate alla transizione ecologica è ancora carente: solo il 29% delle organizzazioni affronta adeguatamente questo tema, con Singapore che registra un livello particolarmente basso di attenzione, pari al 18%. In confronto, paesi come la Germania e la Francia stanno mostrando un impegno più significativo, con livelli di attenzione rispettivamente del 40% e 45%. Per affrontare meglio questa carenza, sarebbe utile sviluppare strategie di sensibilizzazione e incentivare programmi di formazione specifici sull'ecologia, oltre a integrare queste competenze nei percorsi formativi aziendali esistenti. Le soft skills rimangono un'area cruciale di sviluppo, con il 39% dei dipendenti che richiede formazione per migliorare l'organizzazione del lavoro, il 36% per la creatività e il 33% per l'agilità. In Brasile, il 45% dei dipendenti ritiene importante potenziare la creatività, mentre in Singapore il 46% si concentra sull'agilità. Questo dimostra come le esigenze formative possano variare notevolmente in base al contesto geografico e culturale.

 

Nonostante le sfide poste dal cambiamento tecnologico, vi sono anche opportunità significative. Il 62% delle organizzazioni ha iniziato a adottare strategie per riqualificare i propri dipendenti, con un aumento del 5% rispetto al 2023. Questa tendenza è particolarmente evidente in Francia, dove il 77% delle organizzazioni sta investendo in percorsi di riqualificazione, segnalando un impegno crescente verso il mantenimento dell'occupabilità. Tuttavia, il supporto alla transizione di carriera è ancora limitato, con solo il 47% delle aziende che prevede programmi di supporto alla mobilità interna, una percentuale che risulta particolarmente bassa in Singapore.

 

Il ruolo condiviso nello sviluppo delle competenze

Un aspetto interessante emerso dal Barometro è che sia i dipendenti (78%) sia i decisori HR (90%) considerano lo sviluppo delle competenze come una leva strategica per il successo organizzativo. Il 63% dei dipendenti ritiene che la responsabilità dello sviluppo delle competenze sia equamente condivisa tra azienda e lavoratore, suggerendo una crescente consapevolezza dell'importanza di un impegno congiunto.

 

In particolare, la collaborazione tra azienda e dipendente non si limita alla formazione sul posto di lavoro, ma si estende anche alla pianificazione a lungo termine del percorso professionale. Ad esempio, il 55% dei responsabili HR afferma di avere in atto strategie per sviluppare competenze che consentano una mobilità interna e migliorino le prospettive di carriera dei dipendenti. In Francia e in Portogallo, questo approccio è particolarmente diffuso, con oltre il 60% delle aziende che investe attivamente in tali iniziative.

 

La condivisione della responsabilità è sostenuta anche dal fatto che il 92% dei dipendenti si dichiara disposto a intraprendere attività di formazione per adattarsi ai cambiamenti del proprio ruolo, e il 58% è anche pronto a finanziare parte dei costi formativi. Nei paesi latinoamericani, la disponibilità dei dipendenti a finanziare la propria formazione sale al 76%, evidenziando un forte senso di responsabilità individuale verso la crescita professionale. Questo atteggiamento proattivo riflette l'urgenza e la necessità di mantenere la propria competitività in un contesto lavorativo in rapida evoluzione.

 

Il sostegno dell'azienda nella formazione è considerato fondamentale, ma la spinta individuale verso l'apprendimento è altrettanto importante. L'indagine mostra che il 64% dei dipendenti preferisce avere accesso a una vasta gamma di opzioni formative, in modo da poter scegliere percorsi che meglio si adattino alle proprie esigenze e obiettivi di carriera. Questa preferenza per la personalizzazione si allinea con l'obiettivo di molte aziende di offrire percorsi formativi sempre più individualizzati e adattivi, specialmente in contesti lavorativi diversificati come quelli di Singapore e del Messico.

 

Inoltre, il ruolo delle tecnologie digitali è cruciale per facilitare lo sviluppo delle competenze. L'81% dei responsabili HR sta puntando su piattaforme di e-learning e strumenti di Intelligenza Artificiale per rendere l'apprendimento più accessibile e coinvolgente. Il 49% delle aziende ha già implementato l'e-coaching per supportare lo sviluppo continuo dei dipendenti, con una particolare attenzione alla personalizzazione del percorso formativo e al feedback in tempo reale.

 

In sintesi, la responsabilità condivisa nello sviluppo delle competenze è un elemento chiave per affrontare le sfide del futuro. La capacità delle aziende di collaborare con i propri dipendenti e di investire in formazione continua non solo migliora le prospettive di carriera individuali, ma rafforza anche la competitività complessiva dell'organizzazione in un contesto di rapidi cambiamenti tecnologici e di mercato.

 

La sfida del "time to competency"

Un'altra sfida cruciale emersa dalla ricerca riguarda il "time to competency". Per restare competitivi, le organizzazioni devono garantire una formazione rapida e pertinente, capace di rispondere ai bisogni in tempo reale. Tuttavia, il 44% dei responsabili HR ammette di avere difficoltà nell'allineare l'offerta formativa alle esigenze di competenze dell'azienda (+3% rispetto al 2023). Questa difficoltà ha un impatto diretto sui dipendenti: il 43% dichiara che la risposta ai loro bisogni formativi arriva spesso in ritardo, compromettendo la capacità di adattarsi prontamente alle nuove sfide. In particolare, nel settore pubblico, il 18% dei dipendenti riferisce che l'azienda non offre alcuna soluzione alle loro esigenze formative.

 

Per affrontare questa sfida, il 62% dei responsabili HR sta implementando nuove strategie formative per accelerare il "time to competency", come l'adozione di piattaforme di apprendimento digitale e l'uso di contenuti personalizzati che permettano una maggiore flessibilità. Ad esempio, in America Latina, il 48% delle organizzazioni sta utilizzando la formazione immersiva, come la realtà aumentata e virtuale, per migliorare l'apprendimento pratico e ridurre il tempo necessario per acquisire nuove competenze. Questo approccio aiuta a trasformare il processo di apprendimento in un'esperienza più coinvolgente e direttamente applicabile al contesto lavorativo.

 

Un ulteriore elemento chiave per affrontare il "time to competency" è la promozione dell'apprendimento just-in-time. Cegos ha introdotto l'uso di Learning Design Sprints, sessioni di progettazione rapida della durata di due giorni, che consentono di sviluppare rapidamente soluzioni formative mirate per rispondere ai bisogni immediati delle organizzazioni. Questo tipo di approccio, ispirato al design thinking, aiuta a ridurre i tempi di sviluppo e implementazione dei programmi di formazione, rendendo la risposta alle esigenze aziendali più efficace.

 

La flessibilità delle modalità di formazione è un elemento essenziale: il 52% dei dipendenti predilige la formazione direttamente sul posto di lavoro e l'impiego di metodologie interattive, mentre il 38% richiede soluzioni personalizzate che rispondano alle loro esigenze specifiche. Le organizzazioni stanno rispondendo a queste richieste: in Francia, ad esempio, il 59% delle aziende ha implementato corsi adattivi che permettono ai dipendenti di progredire al proprio ritmo, riducendo in questo modo il "time to competency".

 

In sintesi, per affrontare la sfida del "time to competency" le organizzazioni devono combinare agilità, personalizzazione e tecnologie avanzate. Investire in soluzioni formative flessibili e just-in-time, nonché adottare metodologie di apprendimento immersive e adattive, consentirà alle aziende di ridurre significativamente il tempo necessario per sviluppare nuove competenze, garantendo al contempo una migliore preparazione dei dipendenti alle sfide future.

 

Intelligenza Artificiale e nuove metodologie di formazione

L'Intelligenza Artificiale sta trasformando il modo in cui le competenze vengono sviluppate e consolidate all'interno delle organizzazioni. Il 44% dei dipendenti ha già utilizzato l'Intelligenza Artificiale Generativa per apprendere, e l'81% dei responsabili HR ha già utilizzato o pianifica di utilizzare questa tecnologia per personalizzare i percorsi formativi. Questo trend fa parte di un contesto più ampio di digitalizzazione della formazione: il 46% dei corsi è già erogato in modalità remota, e il 49% dei responsabili HR considera l'e-coaching una delle modalità di formazione più promettenti per il futuro. In Francia, l'utilizzo dell'e-coaching raggiunge il 60%, con un aumento di 22 punti percentuali rispetto al 2023.

 

I metodi di apprendimento adattivo, che integrano tecnologie basate sull'AI per offrire una formazione personalizzata, stanno guadagnando terreno, soprattutto in paesi come Singapore, dove il 65% dei responsabili HR ha già adottato queste soluzioni. Questo approccio mira a supportare i dipendenti in modo sempre più individualizzato, facilitando l'apprendimento direttamente sul campo di lavoro.

 

Un altro aspetto importante dell'introduzione dell'Intelligenza Artificiale è la sua capacità di analizzare grandi quantità di dati relativi al percorso formativo dei dipendenti. Il 74% dei responsabili HR ha dichiarato di utilizzare l'analisi dei dati dell'apprendimento per migliorare l'efficacia della formazione e adattare i contenuti alle esigenze individuali. In Italia, il 39% delle organizzazioni utilizza l'analisi dei dati per guidare l'offerta formativa, mentre in Messico il 55% si concentra sul miglioramento dell'esperienza di apprendimento grazie ai dati.

 

L'AI non solo facilita la personalizzazione dei percorsi formativi, ma aiuta anche a identificare le lacune nelle competenze e a proporre soluzioni proattive. In questo modo, l'Intelligenza Artificiale funge da supporto sia per i responsabili HR che per i dipendenti, promuovendo un apprendimento continuo e adattivo. In Francia, l'implementazione di strumenti di apprendimento adattivo ha visto un aumento significativo, con il 65% delle organizzazioni che ha adottato tecnologie AI per offrire percorsi di formazione più personalizzati e pertinenti.

 

L'uso dell'Intelligenza Artificiale è anche collegato alla crescente diffusione dell'e-coaching. Questa modalità formativa consente un supporto remoto e on-demand, aiutando i dipendenti a migliorare le proprie competenze specifiche attraverso sessioni di coaching mirate. Il 49% delle aziende ha già introdotto l'e-coaching, e questa percentuale sale al 59% nelle organizzazioni con più di 2000 dipendenti. In Francia, l'e-coaching ha guadagnato popolarità, con un aumento di 22 punti percentuali rispetto all'anno precedente.

 

L'AI sta inoltre rivoluzionando l'uso dell'apprendimento mobile e dell'apprendimento sociale, che stanno diventando componenti essenziali delle strategie di sviluppo delle competenze. Il 48% dei responsabili HR considera il mobile learning come uno strumento cruciale per garantire la formazione continua, soprattutto in contesti di lavoro ibrido e distribuito. L'apprendimento sociale, facilitato da piattaforme AI-driven, permette ai dipendenti di condividere esperienze e apprendere in modo collaborativo, rafforzando l'engagement e la partecipazione attiva nei processi formativi.

 

In sintesi, l'Intelligenza Artificiale e le nuove metodologie di formazione stanno contribuendo a rendere il processo di apprendimento sempre più efficace e su misura per le esigenze di ogni individuo. Ad esempio, l'uso di sistemi di apprendimento adattivo basati sull'AI consente di personalizzare i percorsi formativi in base ai progressi e alle lacune specifiche di ciascun dipendente, migliorando così il loro coinvolgimento e la loro capacità di apprendere in modo efficiente. La capacità dell'AI di analizzare dati, personalizzare contenuti e facilitare l'accesso alla formazione crea un ecosistema formativo dinamico, dove le esigenze dei dipendenti possono essere soddisfatte in modo tempestivo e pertinente. Questo approccio non solo migliora la preparazione dei lavoratori, ma rende anche le organizzazioni più agili e pronte a rispondere ai cambiamenti del mercato globale.

 

Dati italiani

L'indagine del Barometro Internazionale 2024 del Gruppo Cegos ha evidenziato alcuni aspetti rilevanti specifici per il contesto italiano. In Italia, il 39% delle organizzazioni sta già utilizzando l'analisi dei dati per guidare l'offerta formativa, un dato che riflette un impegno crescente verso l'utilizzo di strumenti digitali avanzati per migliorare i processi di apprendimento. Inoltre, il 45% dei dipendenti italiani ha espresso il desiderio di migliorare le proprie competenze in ambito di organizzazione del lavoro, suggerendo una forte attenzione alla produttività e all'efficienza personale.

 

Per quanto riguarda l'adozione dell'Intelligenza Artificiale nella formazione, l'Italia si trova leggermente indietro rispetto ad altri paesi europei come la Francia e la Germania, ma vi è una crescente apertura verso l'implementazione di strumenti di apprendimento adattivo. Il 33% delle aziende italiane ha già adottato o pianifica di adottare tecnologie di Intelligenza Artificiale per personalizzare i percorsi formativi, dimostrando un interesse per soluzioni che possano rispondere in modo specifico alle esigenze dei dipendenti.

 

Inoltre, la formazione sulle competenze legate alla transizione ecologica risulta essere un'area in cui le organizzazioni italiane devono ancora migliorare significativamente. Solo il 25% delle aziende italiane sta affrontando in modo attivo la formazione sulla sostenibilità, il che rappresenta una sfida importante considerando le crescenti pressioni normative e ambientali. Tuttavia, c'è un forte interesse nel colmare questa lacuna attraverso l'integrazione di moduli formativi specifici sulla sostenibilità nei percorsi di sviluppo professionale.

 

Un altro dato interessante riguarda la disponibilità dei dipendenti italiani a finanziare personalmente la propria formazione: il 61% è disposto a investire in corsi di formazione per migliorare le proprie competenze, un valore superiore alla media europea. Questo dato indica una crescente consapevolezza da parte dei lavoratori italiani della necessità di sviluppare continuamente le proprie competenze per rimanere competitivi sul mercato del lavoro.

 

Conclusioni

L'analisi del Barometro Internazionale 2024 del Gruppo Cegos evidenzia una trasformazione profonda e continua del mondo del lavoro, innescata principalmente dal progresso tecnologico e dall'adozione di nuove competenze. Tuttavia, la sfida non risiede solo nell'acquisire nuove competenze, ma nell'accelerare il "time to competency" e nell'integrare una cultura di apprendimento che sia agile e adattiva. Il successo aziendale dipenderà sempre più dalla capacità delle organizzazioni di armonizzare le richieste di competenze immediate con lo sviluppo a lungo termine, creando un equilibrio tra formazione tecnica e soft skills, entrambi essenziali per rispondere alle esigenze di un contesto lavorativo in rapida evoluzione.

 

Il ruolo strategico della formazione non può essere limitato a una risposta ai bisogni tecnologici, ma deve anche essere visto come una leva fondamentale per la sostenibilità competitiva. La tensione tra la velocità del cambiamento e la capacità di adattamento richiede che le imprese diventino ambienti di apprendimento continuo, dove l'innovazione non sia solo accolta, ma progettata in modo da far crescere il capitale umano e l'occupabilità futura. L'adozione dell'Intelligenza Artificiale per personalizzare i percorsi formativi riflette questa tendenza, ma potrebbe anche rivelarsi una lama a doppio taglio se l'approccio non rimane centrato sull'uomo, rischiando di trasformare la formazione in un processo automatizzato che manca di empatia e supporto emotivo.

 

L'opportunità maggiore per le imprese sta nel ridefinire il concetto di formazione non come un obbligo, ma come una promessa di valore per i dipendenti, un investimento che li vede protagonisti attivi del proprio percorso professionale. La disponibilità di molti lavoratori a finanziare la propria formazione è un segnale forte di come il concetto di carriera si stia trasformando in un progetto più individuale, una "start-up" personale all'interno di una più grande struttura aziendale. Le aziende che sapranno capitalizzare su questo impegno condiviso avranno un vantaggio competitivo significativo, non solo trattenendo i talenti migliori, ma anche creando una cultura aziendale fondata sull'autonomia, la creatività e l'agilità.

 

Ciò che emerge chiaramente dal Barometro è l'importanza crescente delle soft skills in un contesto lavorativo sempre più ibrido e interconnesso. Le competenze tecniche, pur cruciali, non possono più esistere in isolamento. Creatività, pensiero critico, collaborazione e agilità sono ormai i nuovi fattori chiave del successo, in quanto consentono ai lavoratori di affrontare con flessibilità ambienti complessi e di adattarsi rapidamente ai cambiamenti. Le aziende devono quindi sviluppare non solo le competenze digitali, ma anche quelle umane, promuovendo una visione olistica della crescita professionale.

 

Inoltre, la mancata attenzione alla formazione ecologica appare come un rischio strategico per molte imprese. La transizione ecologica è destinata a diventare un imperativo sempre più stringente e le aziende che tardano ad affrontare questo tema potrebbero trovarsi non solo svantaggiate dal punto di vista normativo, ma anche meno attraenti per le nuove generazioni di talenti, più sensibili a tematiche di sostenibilità e impatto ambientale.

 

La vera sfida strategica per le imprese non è semplicemente aggiornare le competenze dei dipendenti, ma creare ecosistemi di apprendimento dove la tecnologia non sostituisce l'uomo, ma ne amplifica il potenziale creativo e adattivo. L'integrazione di soluzioni di apprendimento basate sull'AI, se implementate con una visione a lungo termine e centrata sul benessere del dipendente, potrebbe diventare il catalizzatore per una trasformazione più ampia, in cui formazione, sviluppo e mobilità interna diventano parte integrante della strategia aziendale e non solo un rimedio alle lacune operative.

 

In sintesi, le organizzazioni che sapranno allineare la formazione con i bisogni reali e futuri del mercato, e che comprenderanno l'importanza di un approccio personalizzato e umano, avranno il vantaggio di trasformare la sfida delle competenze in un'opportunità strategica.


 

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