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Modello strategico cinese: lezioni di IA e governance (Analisi di Andrea Viliotti)

La Cina contemporanea rappresenta uno degli studi di caso più complessi e urgenti per qualsiasi leader aziendale. Spesso osservata con un misto di ammirazione per la sua rapidità di esecuzione e preoccupazione per la sua traiettoria geopolitica, la sua trasformazione offre lezioni strategiche che vanno ben oltre la semplice concorrenza di mercato. Comprendere le dinamiche che la guidano non significa analizzare un rivale, ma decodificare un modello alternativo di governance, innovazione e ingegneria sociale. Per un dirigente, studiare questo paradigma significa acquisire una prospettiva critica per navigare la complessità, gestire il cambiamento e, soprattutto, definire una strategia coerente per l'adozione di tecnologie complesse come l'intelligenza artificiale.


  1. L'etica confuciana: le radici culturali del modello strategico cinese

  2. Ingegneria culturale: come il modello strategico cinese allinea gli obiettivi

  3. Governance e controllo: il panopticon digitale nel modello strategico cinese

  4. Super-app e dati: il patto sociale al centro del modello strategico cinese

  5. Pianificazione a lungo termine: il vantaggio competitivo del modello strategico cinese

  6. Sovranità tecnologica: l'IA e il modello strategico di innovazione cinese

  7. Made in China 2025: la svolta qualitativa del modello strategico industriale

  8. Oltre l'auto: l'EV come simbolo del modello strategico "software-first"

  9. Guochao: come il nazionalismo culturale rafforza il modello strategico cinese

  10. La "virata a Sud": la geopolitica del nuovo modello strategico cinese

  11. Competizione e influenza: la filosofia (Sun Tzu) del modello strategico cinese

  12. Crisi immobiliare: il riequilibrio forzato del modello strategico cinese

  13. Il modello strategico cinese vs Occidente: confronto sulla governance AI

  14. IA "incarnata": l'esecuzione pratica del modello strategico cinese


Executive summary: cosa cambia, perché ora, cosa fare

  • Cosa cambia: La Cina non compete più sul costo, ma sulla coerenza strategica. La sua politica industriale (MiC-25, AI Plus) (17), la spinta culturale (Guochao) e la governance dei dati (6, 8) sono allineate per creare un ecosistema tecnologico autosufficiente.

  • Perché ora: Due fattori rendono l'analisi urgente: l'accelerazione dell'IA "incarnata" (EV, Robotica, V2G) (1, 2, 4, 5) e le scadenze di compliance dell'AI Act UE (9), che impongono alle aziende europee scelte strategiche immediate sulla governance dei propri dati e fornitori.

  • Cosa fare (prossimi 6 mesi): 1. Mappare la dipendenza della supply chain dai settori cinesi ad alta tecnologia (EV, batterie (3), AI). 2. Avviare un audit di conformità all'AI Act (9) (obblighi attivi da Ago 2025). 3. Valutare il ROI di progetti pilota interni su IA e automazione per difendere i margini dalla "involution" (14) competitiva.

Modello strategico cinese

1. L'etica confuciana: le radici culturali del modello strategico cinese

Per comprendere le decisioni strategiche, la cultura aziendale e la resilienza del modello cinese, è indispensabile partire dal suo "software" filosofico: l'etica confuciana. A differenza della tradizione occidentale, che negli ultimi secoli ha posto l'accento sulla ragione individuale e sull'autonomia come fondamento della persona, il pensiero confuciano offre una visione radicalmente diversa. In questa prospettiva, l'identità non è un'essenza intrinseca, ma un risultato che si definisce esclusivamente attraverso i ruoli sociali e le relazioni interdipendenti. Non si "è" un individuo in astratto; si "diventa" una persona all'interno di una famiglia, un'azienda e una comunità. Questo sposta l'obiettivo etico dall'affermazione del sé all'armonia sociale (shèhuì héxié), un equilibrio che si raggiunge praticando virtù cardinali concepite per regolare le interazioni umane.


Queste virtù includono Rén (Benevolenza), la compassione e la preoccupazione per il benessere altrui, vista come la base di una comunità fiorente; Yì (Rettitudine), l'obbligo morale di agire in modo giusto, anche a costo di un sacrificio personale; Lǐ (Proprietà/Riti), l'insieme delle norme sociali e dei rituali che mantengono l'ordine e definiscono il comportamento corretto; Zhì (Saggezza), intesa non solo come conoscenza, ma come discernimento morale; e Xìn (Integrità), l'affidabilità essenziale per costruire legami duraturi. Il fulcro di questo sistema è la famiglia, considerata un microcosmo dello Stato. Qui si apprende la pietà filiale (xiào), il rispetto per genitori e anziani, una struttura che viene poi estesa alla società: il rapporto tra governante e suddito è modellato su quello tra padre e figlio. Per un leader aziendale, ignorare questa matrice culturale significa non comprendere cosa motiva un dipendente, un partner o un consumatore cinese. Genera un'idea di successo intrinsecamente collettiva. Il trionfo individuale è inseparabile dal benessere del gruppo. Non si tratta di sottomissione, ma di una consapevolezza diffusa che ogni azione crea una fitta trama di responsabilità reciproche. Questo "software" ideologico, oggi attivamente promosso dallo Stato, fornisce la base culturale che rende socialmente accettabili strategie a lungo termine, sacrifici individuali per obiettivi nazionali e un diverso approccio alla privacy.


2. Ingegneria culturale: come il modello strategico cinese allinea gli obiettivi

Se l'etica confuciana è il software, l'ingegneria culturale è il metodo con cui viene costantemente aggiornato e distribuito. L'osservazione che il cinema cinese contemporaneo esalta il trionfo della comunità sull'individuo non è casuale; è un pilastro di una precisa politica sociale volta ad allineare l'ambizione individuale con gli obiettivi nazionali. Queste narrazioni non sono semplice intrattenimento, ma potenti strumenti progettati per costruire il consenso. Gli studi accademici identificano un genere specifico, i film della "melodia principale" (main melody), il cui scopo esplicito è disseminare i valori approvati dallo Stato. Questi film costruiscono sistematicamente figure eroiche i cui successi non derivano dal genio solitario, ma dal sostegno della comunità, dal sacrificio per la famiglia e dal dovere verso la nazione. Questa non è una novità, ma affonda le radici nelle narrazioni di "salvezza nazionale" degli anni '30, consolidando il ruolo del cinema come veicolo morale e politico.


Questa strategia narrativa è sostenuta da correnti intellettuali come il "post-nuovo confucianesimo", che sposta l'attenzione dalla coltivazione morale del sé all'etica sociale e all'applicazione pratica delle teorie confuciane alla sfera collettiva. Di conseguenza, l'idea di successo veicolata non è quella occidentale, spesso basata su fortuna e scaltrezza individuale, ma un trionfo ottenuto attraverso duro lavoro, disciplina e dedizione al bene comune. Esiste una relazione funzionale diretta tra questa ingegneria culturale e il modello economico cinese, che si basa su investimenti massicci, a lungo termine e diretti dallo Stato. Per eseguire piani infrastrutturali o tecnologici multi-decennali, lo Stato necessita di una cittadinanza che creda nel valore dello sforzo collettivo e della gratificazione differita. Il cinema, e oggi i media digitali, diventano strumenti primari per inculcare questo sistema di valori. Per un leader d'impresa, la lezione è profonda e si lega direttamente alla gestione del cambiamento (change management): una strategia di trasformazione, come l'adozione dell'intelligenza artificiale, non fallisce sulla tecnologia, ma sulla cultura. Non basta raccontare i benefici; bisogna mostrare e narrare un "viaggio dell'eroe collettivo" in cui il successo dell'azienda e quello del dipendente sono allineati.


3. Governance e controllo: il panopticon digitale nel modello strategico cinese

L'immagine che molti visitatori hanno delle metropoli cinesi è quella di un ambiente urbano pulito, sicuro e ordinato, dove la povertà estrema è in gran parte invisibile. Questa "società ordinata" è un prodotto accuratamente ingegnerizzato che si regge su due meccanismi interconnessi: un sistema di welfare sociale gestito e un pervasivo apparato di controllo sociale. Da un lato, lo Stato persegue attivamente l'obiettivo di "accesso universale ai servizi pubblici" e ha realizzato imponenti progetti di edilizia sociale, spesso con un occhio alla sostenibilità e ai materiali ecologici. Questa facciata di inclusione, tuttavia, nasconde la realtà precaria di milioni di lavoratori migranti. Il sistema di registrazione delle famiglie, noto come hukou, lega i diritti sociali (come sanità e pensioni) al luogo di origine, impedendo di fatto a chi si sposta nelle città per lavorare di accedere pienamente ai servizi. Gli "enormi dormitori" osservati non sono tanto una soluzione alla povertà, quanto uno strumento per gestire e contenere una vasta forza lavoro urbana priva di pieni diritti, con condizioni abitative che possono essere estreme.


Dall'altro lato, questo ordine visibile è mantenuto da un'infrastruttura di sorviglianza senza precedenti. Progetti come il "Golden Shield" mirano a creare un database centralizzato che collega tutti i sistemi di sorveglianza del paese. Questa architettura tecnologica alimenta il controverso Sistema di Credito Sociale (SCS). È fondamentale capire che l'SCS non è (solo) un sistema di rating finanziario, ma un meccanismo progettato per "promuovere una morale approvata dallo Stato" attraverso complessi sistemi di premi e sanzioni. È però cruciale distinguere tra retorica e realtà operativa: non esiste un punteggio sociale unico nazionale che determini in modo automatico premi o sanzioni per i cittadini; il sistema è un mosaico di liste e registri amministrativi, con una forte componente regolatoria d’impresa (la Corporate SCS) (8). Questo crea un "Panopticon Digitale": la percezione costante di essere osservati incoraggia l'autocensura e il conformismo. Per un'azienda che opera in questo scenario, i concetti di "welfare" e "controllo" non sono separati, ma un unico sistema di governance. Lo Stato fornisce ordine e servizi in cambio di trasparenza dei dati e conformità comportamentale. Sul fronte occidentale, l’AI Act UE vieta comunque i sistemi di social scoring e ha già attivato obblighi per i modelli GPAI con una timeline certa per le aziende (9). Sul piano della governance, la Cina si colloca inoltre a 76/180 (con uno score di 43/100) nell’ultimo CPI (Transparency International), un dato utile come proxy di rischio regolatorio percepito per operazioni e JV (10).


4. Super-app e dati: il patto sociale al centro del modello strategico cinese

L'interfaccia più evidente del modello cinese per il cittadino comune è il "paradiso della comodità digitale". Questa esperienza utente fluida è resa possibile da un vasto ecosistema ricco di dati, dominato da super-app come WeChat (di Tencent) e Alipay (di Ant Group, affiliata ad Alibaba). Queste piattaforme sono diventate il sistema operativo de facto della società cinese. Il mercato dei pagamenti mobili in Cina resta iperconcentrato: stime del 2024 indicano le quote di Alipay e WeChat Pay rispettivamente intorno al 54% e 42%, coprendo di fatto la quasi totalità del volume (6). Non si tratta di semplici applicazioni, ma di "ecosistemi" integrati. WeChat, nata come app di messaggistica, ha incorporato senza soluzione di continuità servizi che vanno dal pagamento delle bollette alla prenotazione di visite mediche, fino alla gestione delle tasse, con un utilizzo quotidiano capillare che ha reso il contante marginale. Il loro potere è tale che qualsiasi azienda, anche straniera, che desideri accedere al mercato cinese deve necessariamente integrare questi metodi di pagamento. Parallelamente, Pechino ha ampliato i piloti dello e-CNY (lo yuan digitale) oltre la Mainland fino a Hong Kong (dal maggio 2024), segnalando ambizioni d’internazionalizzazione del sistema (7).


Lo Stato ha strategicamente permesso a questo duopolio privato di costruire l'infrastruttura fondamentale della vita quotidiana perché serve a un duplice scopo. Per il cittadino, offre una comodità senza pari. Per lo Stato, crea un registro centralizzato e in tempo reale di quasi ogni transazione economica e sociale. Questo flusso di dati è un bene inestimabile per la pianificazione economica, il monitoraggio sociale e, come visto, per alimentare il Sistema di Credito Sociale. I dati generati pagando un caffè o prenotando un treno forniscono la materia prima per l'analisi comportamentale. La "vita senza attriti" è quindi il risultato di un grande patto sociale: in cambio della comodità, i cittadini forniscono un flusso costante di dati personali. Questo trasforma le aziende private in utility quasi-statali e l'atto del consumo in un atto di partecipazione al modello di governance. Per i dirigenti aziendali, la lezione è chiara: l'integrazione dei servizi e l'eliminazione degli attriti per il cliente sono leve potentissime di vantaggio competitivo. Ma solleva anche una domanda strategica fondamentale sull'uso dei modelli linguistici e dell'AI generativa: stiamo usando queste tecnologie per creare un valore genuino per il cliente (come la comodità) o semplicemente per estrarre più dati? Per l’Europa, inoltre, il perimetro regolatorio è definito: dal 2 febbraio 2025 nell’UE sono vietati i sistemi di social scoring, e dal 2 agosto 2025 scattano gli obblighi per i modelli GPAI (General Purpose AI) e i foundation models (9). La fiducia, una volta persa, è quasi impossibile da recuperare.


5. Pianificazione a lungo termine: il vantaggio competitivo del modello strategico cinese

Una delle differenze più marcate rispetto ai cicli occidentali è la pianificazione centralizzata a lungo termine, vero pilastro del modello strategico cinese. Questo sistema di governance può essere descritto come "Direttiva Centralizzata, Esecuzione Decentralizzata". Il governo centrale definisce la visione strategica attraverso i Piani Quinquennali (FYP). Ad esempio, il 14° Piano (2021-2025) si è concentrato sulla costruzione di una "società moderatamente prospera" e sulla transizione verso un modello guidato da innovazione e domanda interna. Il 15° Piano (2026-2030) dovrebbe accentuare ulteriormente l'attenzione su industria e tecnologia per contrastare le pressioni geopolitiche. Una volta fissata la direttiva, i governi locali hanno un'ampia autonomia e sono incentivati (spesso con avanzamenti di carriera legati al raggiungimento dei target di PIL) a eseguirla rapidamente.


Il settore dei veicoli elettrici (EV) è il caso di studio emblematico. La spinta statale non è iniziata l'anno scorso, ma nel 2009. Il governo centrale ha fissato la direttiva e i governi locali, come quello di Shenzhen, l'hanno eseguita, trasformando la città in un hub di innovazione. Oggi, la strategia è così avanzata che include concetti come la tecnologia Vehicle-to-Grid (V2G), che mira a trasformare milioni di EV in batterie mobili per stabilizzare la rete elettrica nazionale: un perfetto esempio di pianificazione integrata a lungo termine. Tuttavia, questo modello non è privo di rischi significativi. L'autonomia concessa ai funzionari locali per garantire una rapida esecuzione, unita alla pressione per ottenere risultati a ogni costo, crea un terreno fertile per la corruzione. Come menzionato, nel CPI 2024 di Transparency International la Cina si colloca al 76° posto su 180 paesi (con uno score di 43/100) (10). Questo dato aiuta a calibrare la due diligence sui vendor e i rischi nelle partnership locali. La corruzione e la rapida esecuzione non sono fenomeni separati, ma causalmente collegati. Per un imprenditore, questo scenario offre due spunti: primo, la necessità di definire una visione strategica a lungo termine che sopravviva ai risultati trimestrali; secondo, l'importanza di stabilire chiari KPI e meccanismi di governance per garantire che l'esecuzione "decentralizzata" (l'autonomia dei reparti) non degeneri in comportamenti rischiosi o non allineati.


6. Sovranità tecnologica: l'IA e il modello strategico di innovazione cinese

L'attuale esplosione tecnologica in Cina non è una fioritura spontanea guidata dal mercato, ma una campagna di mobilitazione nazionale. La strategia tecnologica cinese è fondamentalmente geopolitica e mira al raggiungimento della "sovranità tecnologica". Per fare questo, lo Stato sta mobilitando capitali enormi. Nel 2025 il Consiglio di Stato ha varato le Linee guida per l’attuazione profonda di “AI Plus”, che fissano l’integrazione dell’AI in manifattura, sanità e commercio come priorità nazionale (17). Piani precedenti, come "AI Initiative+", prevedevano un investimento stimato in 220 miliardi di dollari. Questa spinta è sostenuta da investimenti colossali: nel 2024 la spesa in R&S ha toccato oltre 3,6 trilioni di RMB (con una crescita annua del +8,3%), pari a circa il 2,68-2,69% del PIL cinese (18). Le singole città partecipano attivamente: Shenzhen da sola ha lanciato un fondo da 10 miliardi di yuan per IA e robotica, con sussidi e voucher per la potenza di calcolo che possono coprire fino al 60% dei costi di training per un'azienda, con un tetto di 10 milioni di RMB (15). Il modello operativo è simile a quello della DARPA statunitense: lo Stato agisce come principale finanziatore e, soprattutto, come primo cliente. Acquistando tecnologie a tappe fondamentali dello sviluppo, riduce drasticamente il rischio per le startup.


Gli obiettivi non sono vaghi, ma altamente specifici e quantificabili. Ad esempio, il piano prevedeva che il 70% delle grandi imprese manifatturiere utilizzasse l'IA entro il 2025. Nel dominio urbano, Hangzhou City Brain (sviluppato da Alibaba Cloud) è divenuto l’emblema dell’AI infrastrutturale: sperimentato nel 2016 per il traffico, ha portato a un +15% di velocità media negli incroci e a un risparmio di 4,6 minuti su un asse urbano di 22 km nel distretto pilota di Xiaoshan (16). È un caso utile per valutare il ROI di progetti ‘AI-of-Things’ replicabili in logistica e reti energetiche. L'obiettivo finale non è solo la crescita economica, ma la costruzione di un ecosistema autosufficiente per isolare il paese dalle sanzioni e controllare le tecnologie chiave del futuro. Per un CEO occidentale, questo modello statale che de-risca l'innovazione appare irraggiungibile. Tuttavia, il principio di abbassare le barriere all'ingresso è universale. Adottare un approccio agile, come quello proposto da Rhythm Blues AI, permette alle aziende di avviare un percorso sull'IA attraverso un audit iniziale a basso rischio, validando il potenziale prima di impegnare capitali ingenti, replicando di fatto in piccolo la logica di de-risking cinese.


7. Made in China 2025: la svolta qualitativa del modello strategico industriale

Per decenni, il marchio "Made in China" è stato sinonimo di produzione a basso costo. Questa era è finita. L'affermazione che "la qualità, non il prezzo, è la nuova arma" cattura l'essenza del modello strategico cinese, codificato nel piano "Made in China 2025" (MiC-25). Lanciato nel 2015, questo piano decennale mira a trasformare la Cina da una manifattura "grande" a una "forte", spostando il focus dalla quantità alla qualità e risalendo la catena del valore. L'obiettivo è passare dal "Made in China" al "Made by China", sviluppando marchi nazionali riconosciuti. Questo cambiamento è alimentato da un massiccio investimento nell'automazione. Con oltre un milione di robot industriali installati, la Cina sta sistematicamente sostituendo il suo vantaggio decrescente nel costo del lavoro con un nuovo vantaggio nella produzione automatizzata ad alta tecnologia. Il piano include obiettivi quantificabili, come raggiungere il 70% di produzione interna di componenti e materiali chiave entro il 2025.


Di conseguenza, oggi sono le stesse aziende cinesi a delocalizzare la produzione di fascia bassa in paesi come il Vietnam, riservando la produzione ad alto valore aggiunto alle loro fabbriche nazionali automatizzate. Questa spinta, tuttavia, sta creando un effetto collaterale critico: una crisi globale di sovraccapacità produttiva. La produzione cinese, sostenuta da sussidi statali, sta portando a un'inondazione di beni di alta qualità a basso costo con cui i mercati occidentali faticano a competere. Fonti autorevoli avvertono di una pericolosa "sovrapproduzione" nel settore della robotica, con oltre 1.000 aziende attive nel paese, in modo simile a quanto già accaduto nell'industria dei pannelli solari. Per assorbire questa sovraccapacità, la Cina deve esportare in modo aggressivo. Per i dirigenti occidentali, questo non è più un problema di concorrenza sul prezzo, ma di concorrenza sulla qualità e sulla scala, alimentata da una strategia industriale statale. La qualità di un prodotto cinese non è più un compromesso, ma una questione geopolitica che impone alle nostre aziende di investire a loro volta in automazione, efficienza e, soprattutto, in un'intelligenza artificiale che ottimizzi l'intera catena del valore per difendere i margini e la competitività.


8. Oltre l'auto: l'EV come simbolo del modello strategico "software-first"

Se si cerca una vetrina unica della nuova potenza industriale cinese, la si trova nel settore automobilistico. Qui si combinano produzione avanzata, dominio del software e una profonda comprensione dei desideri dei consumatori. I produttori cinesi non stanno semplicemente vincendo sul prezzo; stanno vincendo perché hanno ridefinito il concetto stesso di "automobile". Giganti come BYD (acronimo di "Build Your Dreams") godono di enormi vantaggi. Questi includono sussidi governativi (la stima più citata quantifica in 230,9 miliardi di dollari il supporto cumulato tra il 2009 e il 2023 (3)) e un'estrema integrazione verticale: BYD produce internamente quasi tutto, incluse batterie e semiconduttori, isolandosi dagli shock delle catene di approvvigionamento.


Ma il vero cambio di paradigma è filosofico. L'approccio cinese è quello dello "smartphone su ruote". I produttori locali danno priorità alla tecnologia di bordo, agli schermi di intrattenimento, agli assistenti vocali e a tutti i "comfort" digitali, piuttosto che alle pure prestazioni di guida. Questo approccio "software-first" rappresenta una sfida culturale per molti marchi occidentali. Dati recenti confermano questa accelerazione: nel 2024 la Cina ha venduto oltre 11 milioni di auto elettriche (1), portando la quota vicina al 50% e consolidando circa i due terzi delle vendite globali di EV (2). Nel 2025, di fronte a questa overcapacity e alla corsa al ribasso dei prezzi, analisti e policy maker cinesi hanno iniziato a segnalare il rischio di "involution" (implosione competitiva) del settore (14).


Tabella 1: Confronto tecnico e di performance: EV cinesi vs. concorrenti internazionali

Modello

BYD Seal U

Tesla Model Y (2025)

NIO EL8

Segmento

SUV di massa

SUV di massa

SUV di lusso

Potenza

N/D

N/D

644 Hp

Batteria

N/D

N/D

100 kWh

0-100 km/h

N/D

N/D

4,1 s

Autonomia

Scarsa

Superiore

510 km

Caratteristiche Distintive

Design tradizionale, interni confortevoli

Efficienza, rete Supercharger, software maturo

Lusso estremo, frigo in auto, display AR HUD, batteria intercambiabile

Prezzo

Competitivo

Superiore

Premium

Modello

BMW iX (xDrive50)

Xiaomi SU7 (Max)

Porsche Taycan (Turbo S)

Segmento

SUV di lusso

Berlina performante

Berlina performante

Potenza

516 Hp

673 Hp

761 Hp

Batteria

111,5 kWh

93,7 kWh (Ultra)

105 kWh

0-100 km/h

4,6 s

2,78 s

2,8 s

Autonomia (WLTP)

~491 km

~500-600 km (stima)

~504-555 km

Caratteristiche Distintive

Lusso tedesco, opzioni di personalizzazione

Integrazione ecosistema Xiaomi, aerodinamica (Cd 0.195), prezzo aggressivo

Prestigio, dinamica di guida, ricarica ultra-veloce

Prezzo

Premium

Aggressivo (in Cina)

Ultra-premium

Nota sui segnali di mercato (2025): L'enorme sovraccapacità produttiva nel settore EV cinese sta innescando una feroce guerra dei prezzi, un rischio definito da analisti come "involution" (implosione competitiva o "corsa al ribasso") che minaccia i margini dei produttori sia locali che internazionali (14).


La battaglia per il futuro dell'auto non si vince più in pista, ma nell'interfaccia utente. La Cina sta democratizzando lo "smart EV" e dimostra che la definizione di eccellenza si sta spostando dall'ingegneria meccanica al software. La prossima frontiera è la Vehicle-to-Grid (V2G): nel 2025 sono partiti 30 progetti pilota in 9 città (tra cui Pechino, Shanghai e Shenzhen) per remunerare la flotta EV quando stabilizza la rete (4)(5).


9. Guochao: come il nazionalismo culturale rafforza il modello strategico cinese

In parallelo alla trasformazione industriale, è in atto un profondo cambiamento culturale. Il declino del dominio dei marchi di lusso e di consumo occidentali è guidato da una potente tendenza nazionalista nota come Guochao (国潮), o "China Chic". Questo non è una moda passeggera, ma un cambiamento fondamentale nell'identità del consumatore. Il fenomeno Guochao combina elementi culturali tradizionali cinesi con un design moderno e un marketing aggressivo. È alimentato da un forte orgoglio nazionale, in particolare tra le generazioni più giovani (Gen Z), che mostrano molta meno fedeltà automatica ai marchi stranieri rispetto ai loro genitori. La pandemia ha accelerato questa tendenza, concentrando i consumi verso l'interno. I risultati sono tangibili: i marchi cinesi hanno migliorato drasticamente la qualità e il marketing, creando prodotti "su misura per i consumatori locali".


Mentre il mercato dei beni di lusso in Cina è proiettato a raggiungere 65,11 miliardi di dollari nel 2025, i marchi nazionali stanno conquistando una quota crescente di questa spesa. Anche nel settore della bellezza di alta gamma, storicamente dominato da marchi esteri, si prevede che il segmento premium catturi il 53% del mercato entro il 2025, un'area in cui i marchi locali stanno investendo massicciamente in R&S. Il Guochao è una manifestazione commerciale della più ampia strategia geopolitica di autosufficienza. Riflette un "consumo patriottico" incoraggiato dallo Stato, dove la scelta di un marchio nazionale è inquadrata come un atto di sostegno alla nazione. Questo crea un potente motore, guidato dai consumatori, per gli obiettivi industriali del MiC-25. Le due strategie si rafforzano a vicenda: MiC-25 produce beni nazionali di qualità superiore, che alimentano la tendenza Guochao; a sua volta, il Guochao crea un mercato interno protetto ed entusiasta per questi beni, aiutando le aziende cinesi a crescere prima di competere a livello globale.


Tabella 2: L'effetto 'guochao': spostamento delle quote di mercato in settori chiave

Settore

Indicatore

Dati

Ricerca Online (Brand)

Quota di brand cinesi più cercati su Baidu

Aumentata dal 45% al 75% in 5 anni (primi 4 mesi dell'anno)

Automotive (Lusso)

Vendite di Porsche in Cina

Calo del 35% nell'ultimo anno (dato utente)

Cosmetici

Quota di mercato di brand locali (es. Pechoin)

Pechoin deteneva il 4,5% del mercato nel 2022

Moda/Abbigliamento

Crescita vendite brand locali

Marchi come Li Ning e Anta hanno registrato vendite record

Per i manager occidentali, il Guochao è un monito: il prestigio del "marchio occidentale" non è più sufficiente. È necessario comprendere le sfumature culturali locali e competere su qualità, innovazione e autenticità. Le ricerche contestuali e l'analisi dei sentiment locali diventano cruciali per non perdere il contatto con il mercato più grande del mondo.


10. La "virata a Sud": la geopolitica del nuovo modello strategico cinese

L'analisi della strategia cinese non può limitarsi ai suoi confini. In un contesto di crescenti tensioni commerciali e geopolitiche con l'Occidente, la Cina sta attuando un palese riorientamento della sua politica estera e dei suoi investimenti. La sua attenzione è sempre più rivolta al "Sud Globale": Medio Oriente, Africa e Sud America. Questo fa parte di una visione a lungo termine per ristabilire la Cina come il "Regno di Mezzo", il centro di un nuovo ordine globale sino-centrico. L'impegno della Cina in Iraq è un modello della sua strategia: è diventato il principale beneficiario degli investimenti della Belt and Road Initiative (BRI) nel 2021, con quasi 9 miliardi di euro per infrastrutture, centrali elettriche e persino la costruzione di mille scuole.


Questo schema si ripete altrove. Nella prima metà del 2025 gli impegni BRI hanno toccato un nuovo record (66,2 mld $ in contratti e 57,1 mld$ in investimenti, per un totale di 123,3 mld $), con l’Africa in testa a ~39 mld $ e l’Asia centrale a ~25 mld $, segno della ri-segmentazione geografica degli investimenti verso energia e minerali (11). In America Latina, la Cina sta costruendo impianti di produzione (come la fabbrica BYD in Brasile) per accedere a risorse strategiche come il litio e, allo stesso tempo, aggirare i dazi occidentali.


La Cina non sta semplicemente cercando nuovi mercati; sta attivamente costruendo un sistema economico globale alternativo. Diventando il partner di sviluppo indispensabile per il Sud del mondo, Pechino si assicura tre obiettivi strategici:

  1. Catene di approvvigionamento: Si garantisce l'accesso alle risorse critiche (energia, minerali) necessarie per la sua rivoluzione tecnologica.

  2. Mercati di sbocco: Crea nuovi mercati per assorbire la sua sovraccapacità industriale (derivante dal MiC-25).

  3. Influenza diplomatica: Costruisce un blocco di nazioni in grado di contrastare l'influenza statunitense nelle istituzioni internazionali.


Tabella 3: Investimenti BRI della Cina nel 'Sud Globale' (Analisi H1 2025)

Regione

Investimento Totale (H1 2025)

Settori Chiave

Africa

39 miliardi USD (11)

Energia (Petrolio e Gas: spesa record di ~44 mld USD), Energia Verde (9,7 mld USD), Miniere/Minerali, Infrastrutture

Medio Oriente

Aumento del 360% dei finanziamenti (dato 2021)

Energia, Infrastrutture (es. Iraq)

America Latina

N/D

Risorse (Litio), Manifattura (EV), Telecomunicazioni

Per un'azienda occidentale, questo significa che le catene di approvvigionamento globali si stanno biforcando. La dipendenza da un unico fornitore o mercato è un rischio strategico. La "virata a Sud" della Cina è un segnale per ogni CEO di dover mappare e diversificare le proprie dipendenze critiche, siano esse materie prime, componenti tecnologici o talenti.


11. Competizione e influenza: la filosofia (Sun Tzu) del modello strategico cinese

Le profonde differenze culturali tra Cina e Occidente si manifestano in modo netto nell'approccio alla competizione e al conflitto. La tradizione occidentale ha storicamente, in molte sue fasi, glorificato la guerra, la conquista e la figura del guerriero. In questa visione, la lotta è un principio fondamentale, con l'obiettivo di raggiungere la vittoria attraverso la battaglia decisiva e la distruzione del nemico. Al contrario, la tradizione confuciana, che ha plasmato la civiltà cinese, detesta la violenza e pone gli studiosi-funzionari, non i guerrieri, al vertice della società. La filosofia cinese non vede l'universo come un'arena di lotta, ma come un grande organismo basato sul principio di armonia. La guerra è considerata un male da evitare se non assolutamente inevitabile. La politica è divisa tra wen (文), l'amministrazione civile e culturale, e wu (武), l'uso della forza, ma la prima è sempre considerata superiore.


Questa avversione culturale alla guerra non implica pacifismo, ma un approccio strategico radicalmente diverso, incarnato dal celebre trattato L'arte della guerra di Sun Tzu. Sebbene sia un testo militare, è profondamente radicato nella filosofia cinese. La sua tesi centrale è che "la suprema arte della guerra è sottomettere il nemico senza combattere". Questo ideale si raggiunge non con la forza bruta, ma con l'intelletto: attraverso la strategia, l'inganno, la diplomazia e la guerra psicologica, si mira a minare la volontà di resistenza dell'avversario e a indurlo alla resa prima che lo scontro abbia luogo. Questo pensiero si estende alla geopolitica attraverso il concetto di Tianxia (天下), o "Tutto-sotto-il-Cielo". Questa è la visione tradizionale di un ordine mondiale sinocentrico, in cui l'influenza non si espande attraverso la conquista coloniale, ma attraverso l'attrazione culturale e un sistema di relazioni gerarchiche (il "sistema tributario"). Gli stati periferici riconoscevano la superiorità cinese in cambio di pace e vantaggi commerciali. La strategia globale della Cina contemporanea, basata sull'espansione dell'influenza economica (la BRI), sulla diplomazia e sulla guerra dell'informazione (le "Tre Guerre": psicologica, mediatica e legale), è una moderna reincarnazione di questi principi. Per un'azienda, la lezione di Sun Tzu è fondamentale: la competizione non si vince (solo) con una battaglia frontale sui prezzi, ma sottraendo al concorrente le sue ragioni di esistere attraverso un'innovazione superiore, un ecosistema più forte o un modello di business più efficiente, "sottomettendolo" strategicamente senza combattere.


12. Crisi immobiliare: il riequilibrio forzato del modello strategico cinese

Nonostante la pianificazione a lungo termine e i successi industriali, il modello cinese soffre di una vulnerabilità sistemica: la crisi immobiliare. Questo non è un semplice rallentamento di settore, ma una minaccia diretta alla ricchezza delle famiglie, alle finanze dei governi locali e alla fiducia generale dei consumatori. La crisi nasce da un modello di crescita decennale in cui i governi locali, per finanziare le proprie attività, si affidavano massicciamente alla vendita di terreni agli sviluppatori. Questo ha alimentato un boom edilizio slegato dalla domanda reale, portando alla creazione di "città fantasma". Il sistema è stato finanziato da un enorme accumulo di debito da parte di sviluppatori come Evergrande (con oltre 300 miliardi di dollari di passività) e da un rapido aumento del debito delle famiglie. Per la classe media cinese, la proprietà immobiliare rappresenta una quota stimata tra il 60% e il 70% della ricchezza totale, rendendo il crollo dei prezzi un evento devastante.


Il valore delle vendite immobiliari ha toccato il massimo storico a 18,19 trilioni RMB nel 2021 (13); nel 2024 gli analisti stimano un atterraggio nell’intorno di 8,5–9,0 trilioni RMB (12), con aspettative di stabilizzazione graduale non prima del 2026-2027 secondo il consensus di mercato (19). Questo restringe il ‘moltiplicatore immobiliare’ su consumi e fiducia, da considerare in ogni piano commerciale. La risposta del governo di Pechino è stata notevolmente cauta, preferendo stimoli mirati a un salvataggio massiccio. Sembra che la leadership stia accettando l'idea di un settore "più piccolo, ma più sano" a lungo termine. Questa crisi sta agendo come un catalizzatore involontario e doloroso per il riequilibrio economico che Pechino desidera da anni. Con il capitale che non affluisce più in "cemento improduttivo", viene reindirizzato — sia dalle forze di mercato che dalla guida statale — verso i settori ad alta tecnologia delineati nel MiC-25. La crisi sta quindi accelerando la transizione della Cina da un modello basato sugli investimenti fissi a uno basato sulla tecnologia. Per ogni imprenditore, questa è una lezione potente sulla gestione del cambiamento: aggrapparsi a modelli di business obsoleti prosciuga le risorse necessarie per investire nel futuro. La sfida è avviare questa transizione prima che sia una crisi a imporla. Nella mia esperienza di oltre vent'anni nella gestione di un conto economico, ho imparato che l'innovazione senza un ROI misurabile è solo un esercizio accademico. La domanda che pongo sempre ai miei clienti non è 'cosa può fare questa tecnologia?', ma 'quale problema di business strategico può risolvere in modo profittevole?'


Tabella 4: Indicatori chiave della crisi immobiliare cinese (2021-2025)

Metrica

2021 (Picco)

2024 (Stima)

2025 (Previsione)

Valore Vendite Nuove Case (Trilioni di Yuan)

18,19 (13)

8,5 - 9,0 (12)

8,8 - 9,0

Variazione Vendite Nuove Case (su base annua)

N/D

-17%

-8%

Debito Aggregato (% del PIL)

~287% (Marzo 2021)

N/D

N/D

13. Il modello strategico cinese vs Occidente: confronto sulla governance AI

La rapidità dell'innovazione cinese, dalla comodità digitale alla robotica, coglie un aspetto cruciale della sua ascesa. Tuttavia, la differenza più profonda tra la Cina e l'Occidente non risiede semplicemente in cosa costruiscono, ma nel perché e nel come. Stiamo assistendo all'emergere di paradigmi tecnologici fondamentalmente diversi, in particolare nel campo dell'intelligenza artificiale. Da un lato, la Cina sta architettando un ecosistema di IA verticistico e guidato dallo Stato, finalizzato alla sovranità nazionale, all'efficienza economica e all'ingegneria sociale. Dall'altro, l'Occidente promuove ecosistemi più frammentati, spinti dalla competizione di mercato (USA) o definiti dalla regolamentazione basata sui diritti (UE). La dottrina cinese della sovranità tecnologica è codificata in piani come "Made in China 2025" e "AI Plus" (17). Lo Stato svolge un ruolo centrale di coordinamento, incaricando colossi come Tencent di guidare la ricerca in aree specifiche. L'approccio cinese è difensivo nelle origini (resistere alle sanzioni) ma offensivo nell'ambizione: creare un ecosistema tecnologico parallelo che la Cina controlla.


Il pragmatismo americano della dominanza di mercato è diverso. L'"AI Action Plan" degli Stati Uniti inquadra l'IA come una "corsa per raggiungere il dominio globale". La strategia si basa sull'accelerazione dell'innovazione, spesso attraverso una deregolamentazione aggressiva per scatenare il settore privato. Il modello è "private-sector-led", e il governo tende a confondere il dominio aziendale (di Nvidia, OpenAI, Google) con la leadership nazionale. Infine, l'Unione Europea si è posizionata come una superpotenza normativa. La sua strategia, incarnata nell'AI Act, è quella di creare un polo per l'IA che sia "antropocentrico e affidabile". L'intero quadro si basa su un approccio basato sul rischio.


Per i gruppi europei è decisivo tradurre il dibattito in roadmap di conformità: i divieti (es. social scoring) e gli obblighi di alfabetizzazione AI dell'AI Act sono già applicabili dal 2 febbraio 2025; gli obblighi per i modelli GPAI decorrono dal 2 agosto 2025; la piena applicazione del quadro (sistemi ad alto rischio) avverrà tra il 2 agosto 2026 e il 2027 (9). Questo approccio alla governance, che trasforma un obbligo normativo in un vantaggio competitivo, è un tema che ho approfondito in un episodio del mio podcast 'Rhythm Blues AI', dove spiego come la compliance (dall'AI Act alla ISO 42001) possa diventare un potente differenziatore di mercato. L'UE sta usando la regolamentazione come strumento di competizione, sfruttando il cosiddetto "effetto Bruxelles": l'idea che le aziende globali adotteranno gli standard elevati dell'UE per accedere al suo ricco mercato.


Tabella 5: Confronto strategico dei paradigmi IA

Dimensione

Cina

Stati Uniti

Unione Europea

Obiettivo Strategico

Sovranità tecnologica, stabilità sociale, dominio geopolitico

Dominio globale del mercato, leadership nell'innovazione

Standard globale per un'IA affidabile, protezione dei diritti fondamentali

Filosofia Regolamentare

Controllo statale centralizzato, top-down, orientato alla sicurezza

Deregolamentazione, approccio basato sul mercato

Basata sul rischio, approccio "human-in-the-loop", protezione dei diritti

Motore dell'Innovazione

Piani nazionali, investimenti statali, fusione civile-militare

Venture Capital, Big Tech, innovazione guidata dal settore privato

Partenariati pubblico-privato, finanziamenti per la ricerca, regolamentazione

Gestione dei Dati

Dati come risorsa strategica nazionale, aggregazione centralizzata

Dati come asset aziendale, mercato frammentato

Dati come diritto fondamentale, forte protezione (GDPR)

Punto di Forza Chiave

Scala, velocità di implementazione, coerenza strategica nazionale

Dinamismo, agilità del mercato, ecosistema di startup leader

Potere normativo ("effetto Bruxelles"), focus sull'etica e l'affidabilità

Vulnerabilità Principale

Rigidità del controllo statale, potenziale soffocamento dell'innovazione

Frammentazione strategica, disallineamento tra interessi aziendali e nazionali

Ritardo tecnologico, rischio di eccesso di regolamentazione

14. IA "incarnata": l'esecuzione pratica del modello strategico cinese

Le differenze strategiche analizzate si traducono in approcci divergenti al carburante dell'IA (i dati), ai motori (l'innovazione) e ai prodotti finali (le applicazioni). Per quanto riguarda i dati, la Cina beneficia di enormi bacini centralizzati. Le super-app e la mancanza di un firewall strutturale tra dati aziendali e intelligence statale trasformano i dati in una risorsa strategica nazionale. Il vantaggio della Cina non è solo la quantità di dati, ma la loro liquidità: la facilità con cui possono essere aggregati per scopi definiti dallo Stato. L'Occidente vive un dilemma. In Europa, il GDPR e l'AI Act (9) impongono severe limitazioni (consenso, minimizzazione), creando costi di conformità ma stimolando anche la ricerca su tecnologie "data-saving" come i dati sintetici. Negli Stati Uniti, i dati sono un asset aziendale, creando un tiro alla fune a tre tra lo Stato (regolatore), le aziende (proprietarie) e gli individui (soggetti). Questo sistema è eticamente più robusto, ma strategicamente meno coerente.


Per quanto riguarda i motori dell'innovazione, la Cina usa la strategia della "Fusione Civile-Militare" (MCF). Si tratta di un approccio che elimina le barriere tra settori, garantendo che le scoperte commerciali vengano adattate per uso militare e statale. Lo Stato agisce come un "primo e miglior cliente", de-riscando la ricerca e sviluppo per le aziende, che possono scalare sapendo di avere un acquirente garantito. L'MCF funziona come un incubatore e acceleratore gestito dallo Stato. Il modello occidentale è dominato dal Venture Capital (VC). I VC finanziano startup ad alto rischio, scommettendo su ritorni finanziari. Questo sistema è eccezionalmente efficace nel creare software dirompente per consumatori e aziende, ma ottimizza per la velocità e la disruption a scapito della coerenza strategica. Crea un portafoglio di "soluzioni puntuali" (la prossima grande app) piuttosto che un sistema nazionale integrato.


Infine, le applicazioni divergono. La Cina eccelle nell'IA "incarnata" (embodied AI), ovvero l'intelligenza integrata nell'hardware fisico: robotica avanzata, droni, veicoli autonomi e l'automazione industriale del MiC-25. L'applicazione emblematica è la "Smart City", come il "City Brain" di Hangzhou (16), un sistema IA che ottimizza traffico, energia e sicurezza pubblica in tempo reale. La Cina sta usando l'IA per costruire un "sistema operativo sociale" fisico e reale. Un caso pilota di questa integrazione AI-Energia-Mobilità è il Vehicle-to-Grid (V2G): nel 2025 la Cina ha avviato 30 progetti di grande scala in 9 città, con servizi di immissione in rete e tariffazione dinamica (4)(5). L'Occidente, in particolare gli Stati Uniti, eccelle nell'IA centrata sul software, come l'esplosione dell'IA generativa e dei grandi modelli linguistici (LLM). Le applicazioni si focalizzano sull'aumento della produttività e della creatività individuale o aziendale: chatbot, analisi di report, sviluppo software. L'Occidente sta costruendo un "toolkit universale" per l'economia digitale. Non crea sistemi monolitici per riprogettare la società dall'alto, ma strumenti modulari per potenziare individui e aziende affinché operino meglio all'interno dei quadri di mercato esistenti.


Conclusioni: la coerenza strategica come vero vantaggio competitivo

L'analisi del paradigma cinese, dalla sua etica collettivista alla sua spinta verso la sovranità tecnologica, offre ai leader occidentali una lezione fondamentale che non riguarda l'imitazione, ma la coerenza. Il sistema cinese non è necessariamente "migliore" o "peggiore" del modello occidentale frammentato, guidato dal mercato e vincolato dai diritti; è, tuttavia, straordinariamente coerente. La cultura (Guochao) rafforza la politica industriale (MiC-25); la politica industriale crea la sovraccapacità (14) che necessita di una politica estera (BRI); la politica estera assicura le risorse (litio, energia) che alimentano l'industria (11); il tutto è reso efficiente da un'infrastruttura digitale (super-app) (6) che funge anche da strumento di governance (SCS) (8) e da bacino di dati per l'IA (17).


Le aziende occidentali non possono, e non devono, replicare questo modello verticistico. Il nostro vantaggio risiede nell'agilità, nell'innovazione bottom-up spinta dal capitale di rischio e in un quadro etico che, sebbene crei frizione normativa (come l'AI Act) (9), costruisce una fiducia a lungo termine. Tuttavia, la rapidità con cui l'IA generativa è emersa nel software occidentale (il "toolkit") contrasta con la nostra lentezza nella strategia industriale a lungo termine (l'IA "incarnata"). Un esempio è proprio l'integrazione fisico-digitale: mentre la Cina lancia 30 progetti pilota V2G (4)(5), l'Europa discute ancora la standardizzazione. La sfida per un CEO oggi non è scegliere tra il modello cinese e quello americano, ma costruire la propria coerenza strategica.


Questo significa smettere di trattare l'intelligenza artificiale come un esperimento tecnologico isolato e iniziare a vederla come il tessuto connettivo della strategia aziendale. Significa chiedersi: la nostra cultura aziendale è pronta per la trasparenza richiesta dall'IA? La nostra governance dei dati è conforme non solo alle leggi (GDPR, AI Act) (9), ma anche all'etica che i nostri clienti si aspettano? E, soprattutto, stiamo misurando i giusti KPI? La crisi immobiliare cinese (12)(13) insegna che investire miliardi in asset improduttivi è una minaccia sistemica. Quante delle nostre aziende stanno investendo in "cemento digitale" – progetti IA senza un chiaro ritorno sull'investimento (ROI) – invece di concentrarsi su applicazioni che generano un vantaggio competitivo tangibile? La vera lezione del paradigma cinese è che il successo, nel XXI secolo, appartiene a chi allinea cultura, tecnologia, governance e strategia in un unico piano d'azione coerente.


Domande frequenti (FAQ)

  1. Cos'è la strategia "Made in China 2025" (MiC-25)?

È un piano strategico decennale lanciato dalla Cina nel 2015. L'obiettivo è trasformare il paese da una potenza manifatturiera "grande" (basata sulla quantità e sul basso costo) a una "forte" (basata sulla qualità, l'innovazione e l'alta tecnologia), riducendo la dipendenza da fornitori stranieri in settori chiave come la robotica, l'IA e i semiconduttori.

  1. Come funziona il Sistema di Credito Sociale (SCS) cinese?

È un sistema complesso spesso frainteso. Non è un "punteggio sociale unico" per i cittadini. È un mosaico di sistemi, che include una componente di Corporate SCS (8) per monitorare la conformità delle aziende (fiscale, ambientale, legale) e vari sistemi locali e pilota per i cittadini, progettati per "promuovere una morale approvata dallo Stato".

  1. Cosa si intende per "Guochao" o "China Chic"?

È una tendenza culturale e di consumo in Cina che favorisce i marchi nazionali. Alimentata dall'orgoglio nazionale e dalla crescente qualità dei prodotti locali, combina elementi di design tradizionale cinese con estetiche moderne. Sta causando un calo della quota di mercato per molti marchi occidentali.

  1. Quali sono le scadenze chiave dell'AI Act europeo (9)?

Per le aziende, le date fondamentali sono: 2 febbraio 2025 (entrata in vigore dei divieti, come il social scoring), 2 agosto 2025 (entrata in vigore degli obblighi per i modelli AI Generativa/GPAI) e 2 agosto 2026-2027 (piena applicazione del quadro, inclusi i requisiti per i sistemi ad alto rischio).

  1. Qual è la portata del dominio cinese negli EV (1, 2, 3)?

Nel 2024, la Cina ha venduto oltre 11 milioni di auto elettriche, raggiungendo quasi il 50% delle vendite di auto totali nel paese. Questo rappresenta circa i due terzi di tutte le vendite di EV a livello globale. Questo vantaggio è stato costruito anche grazie a sussidi stimati in oltre 230 miliardi di dollari dal 2009 al 2023.

  1. Cosa significa IA "incarnata" (Embodied AI)?

Si riferisce all'intelligenza artificiale integrata direttamente nell'hardware fisico, che le permette di percepire il mondo reale e agire su di esso. Esempi chiave sono la robotica avanzata, i droni autonomi, le auto a guida autonoma e le "smart city" come il progetto City Brain di Hangzhou (16).

  1. Perché la Cina sta investendo così tanto nel "Sud Globale" (11)?

Per tre motivi strategici: 1) Assicurarsi le catene di approvvigionamento di risorse critiche (litio, cobalto, energia). 2) Creare nuovi mercati di sbocco per la sua sovraccapacità produttiva (es. EV, infrastrutture). 3) Costruire un blocco diplomatico. Nella prima metà del 2025, l'Africa è stata la prima destinazione (39 mld $).

  1. Cos'è il sistema "hukou"?

È il sistema di registrazione delle famiglie in Cina. Lega l'accesso ai servizi sociali (come sanità, istruzione e pensioni) al luogo di nascita o di residenza ufficiale di una persona. Impedisce a milioni di lavoratori migranti, che si spostano dalle campagne alle città, di accedere pienamente al welfare urbano.

  1. Cosa significa "smartphone a quattro ruote"?

È una filosofia di design dell'industria automobilistica cinese. Tratta l'automobile non più come un prodotto meccanico, ma come un dispositivo digitale (simile a uno smartphone). La priorità viene data al software, all'interfaccia utente, agli schermi di intrattenimento e alla connettività, piuttosto che alle sole prestazioni di guida.

  1. Cos'è il "Vehicle-to-Grid" (V2G) in Cina (4, 5)?

È un'iniziativa strategica per utilizzare la vasta flotta di veicoli elettrici come una "batteria distribuita". Nel 2025, la Cina ha lanciato 30 progetti pilota in 9 grandi città per permettere alle auto di "restituire" energia alla rete durante i picchi di domanda, stabilizzandola e creando un nuovo modello economico per i proprietari di EV.


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Informazioni sull'Autore

Andrea Viliotti è un Consulente Strategico AI che agisce come "traduttore" tra la tecnologia e il business per CEO, imprenditori e dirigenti. Forte di un'esperienza di oltre vent'anni come imprenditore, la sua prospettiva unisce una profonda conoscenza delle tecnologie emergenti a un approccio pragmatico focalizzato su risultati misurabili e sul ROI. Attraverso il suo metodo proprietario "Rhythm Blues AI", aiuta le aziende a governare la trasformazione digitale, trasformando la complessità dell'AI in un vantaggio competitivo sostenibile. È autore per testate di riferimento come Agenda Digitale e AI4Business e condivide le sue analisi attraverso il suo Blog, il Canale YouTube e il podcast "Rhythm Blues AI". Connettiti con lui su LinkedIn.


Fonti e riferimenti

Le citazioni numeriche nel testo si riferiscono alle seguenti fonti e report:

  1. IEA (2025). Global EV Outlook 2025, Executive Summary (Vendite EV Cina >11 mln nel 2024). https://www.iea.org/reports/global-ev-outlook-2025/executive-summary

  2. IEA (2025). Trends in electric car markets (~50% quota 2H 2024; ~⅔ vendite globali). https://www.iea.org/reports/global-ev-outlook-2025/trends-in-electric-car-markets-2

  3. CSIS (2024). The Chinese EV Dilemma: Subsidized Yet Striking ($230,9 mld 2009-2023). https://www.csis.org/blogs/trustee-china-hand/chinese-ev-dilemma-subsidized-yet-striking

  4. Reuters (2025). China to launch grid-connected car projects (V2G) in nine cities. https://www.reuters.com/business/autos-transportation/china-launch-grid-connected-car-projects-balance-power-supply-2025-04-02/

  5. electrive (2025). Shanghai will carry out four of a total of 30 V2G pilots. https://www.electrive.com/2025/04/05/shanghai-starts-v2g-pilot/

  6. OECD (2025). Competition in Mobile Payment Services (Quota Alipay ~54%/WeChat Pay ~42% 2024). https://www.oecd.org/content/dam/oecd/en/publications/reports/2025/05/competition-in-mobile-payment-services_026eec4d/0ce6b5d3-en.pdf

  7. Reuters (2024). Hong Kong allows China’s digital yuan to be used in local shops. https://www.reuters.com/markets/currencies/hong-kong-allows-chinas-digital-yuan-be-used-local-shops-2024-05-17/

  8. MERICS (2021). China’s social credit score: untangling myth from reality. https://merics.org/en/comment/chinas-social-credit-score-untangling-myth-reality

  9. Commissione UE (2024). AI Act timeline (Divieti 02/02/2025; GPAI 02/08/2025; Piena applicazione 02/08/2026-2027). https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/policies/regulatory-framework-ai

  10. Transparency International (2024). CPI 2024: China (Rank 76/180, Score 43). https://www.transparency.org/en/countries/china

  11. Fudan GFDC (2025). BRI Investment Report 2025 H1 (Totale 123,3 mld $; Contratti 66,2 mld $, Investimenti 57,1 mld $). https://greenfdc.org/china-belt-and-road-initiative-bri-investment-report-2025-h1/

  12. S&P Global Ratings (2024). China Property Watch (Vendite 2024: 8,5–9,0 trilioni RMB stima). https://www.spglobal.com/ratings/en/regulatory/article/241018-china-property-watch-charting-a-path-to-stabilization-s13280334

  13. NBS (Ufficio Statistico Cina) (2022). National Real Estate Development and Sales in 2021 (Vendite 2021: 18,193 trilioni RMB). https://www.stats.gov.cn/english/PressRelease/202201/t20220118_1826502.html

  14. The Economist (2025). Now China’s ultra-cheap EVs are scaring China (Overcapacity/involution). https://www.economist.com/china/2025/06/05/now-chinas-ultra-cheap-evs-are-scaring-china

  15. Government of China / Shenzhen (2025). Subsidy plan: compute vouchers up to 60%. https://english.www.gov.cn/news/202502/24/content_WS67bd2946c6d0868f4e8eff2c.html

  16. Hangzhou Gov (2020). Hangzhou City Brain makes life easier (+15% velocità, 4.6 min risparmiati). https://www.ehangzhou.gov.cn/2020-04/23/c_269889.htm

  17. State Council (2025). Guideline to accelerate ‘AI Plus’ integration. https://english.www.gov.cn/policies/latestreleases/202508/27/content_WS68ae7976c6d0868f4e8f51a0.html

  18. NBS (English) (2025). China’s Expenditure on R&D exceeds 3.6 trillion yuan in 2024 (~2.68% PIL, +8.3% crescita). https://www.stats.gov.cn/english/PressRelease/202502/t20250207_1958579.html

  19. Reuters (2025). China home prices seen falling less; rebound modesto dal 2027 (consensus). https://www.reuters.com/markets/asia/chinas-home-prices-fall-less-than-previously-expected-market-still-weak-2025-09-04/

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