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Immagine del redattoreAndrea Viliotti

La resilienza informatica nell'era delle tecnologie emergenti

Le tecnologie emergenti come l'Intelligenza Artificiale (AI), il calcolo quantistico, l'Internet of Things (IoT), la blockchain e la biotecnologia stanno trasformando rapidamente vari settori industriali e ridefinendo le norme sociali. Queste tecnologie offrono opportunità straordinarie per la crescita economica, l'efficienza operativa e i progressi della società, ma comportano anche rischi significativi per la sicurezza informatica. Per affrontare queste sfide è essenziale adottare un approccio basato sulla "resilienza by design", che non si limiti a proteggere i sistemi, ma li prepari a resistere e a riprendersi dagli attacchi inevitabili.

La resilienza informatica nell'era delle tecnologie emergenti
La resilienza informatica nell'era delle tecnologie emergenti

Resilienza informatica: Sfide del paesaggio tecnologico moderno

L'attuale ecosistema digitale è composto da oltre 200 tecnologie critiche ed emergenti, ognuna delle quali introduce nuove vulnerabilità e aumenta la complessità delle minacce informatiche. L'incremento dei dispositivi connessi, che si stima supereranno i 32 miliardi entro il 2030, espande notevolmente la superficie di attacco. Inoltre, il calcolo quantistico minaccia gli standard di crittografia attuali, mentre l'AI introduce rischi legati alla manipolazione dei dati e agli attacchi avversari.


Uno degli aspetti più rilevanti delle tecnologie emergenti è il loro duplice ruolo: possono essere utilizzate per migliorare la sicurezza informatica, ma possono anche diventare potenti strumenti per i cybercriminali. L'AI, per esempio, è in grado di rilevare minacce avanzate e automatizzare le difese, ma può essere sfruttata per generare attacchi di phishing sofisticati e deepfake difficili da individuare. La blockchain, mentre assicura la trasparenza e l'immutabilità delle transazioni, può essere usata in modo improprio per attività illecite. Anche l'IoT, che fornisce un accesso in tempo reale a informazioni preziose, crea nuove vulnerabilità legate all'ampio numero di dispositivi non protetti.


Oltre ai rischi legati alle tecnologie individuali, l'interconnessione tra questi sistemi crea un panorama di minacce dinamico e complesso. La natura distribuita dell'IoT, la potenza del calcolo quantistico e la sofisticazione dell'AI amplificano la possibilità di attacchi incrociati, in cui una vulnerabilità in un settore può portare a effetti a catena in altri. Questo aumento dell'interconnessione richiede strategie di sicurezza ancora più integrate e sofisticate, che siano in grado di gestire il rischio su più fronti simultaneamente.


Un'altra sfida significativa è rappresentata dalla velocità dell'innovazione tecnologica rispetto alla capacità delle normative di tenere il passo. Le tecnologie emergenti spesso evolvono a un ritmo più rapido rispetto alla creazione di leggi e regolamenti adeguati. Questo crea un vuoto normativo che può essere sfruttato da attori malintenzionati, mettendo a rischio la sicurezza e la privacy degli utenti. È fondamentale che le politiche di regolamentazione siano flessibili e in grado di adattarsi rapidamente, garantendo un equilibrio tra innovazione e sicurezza.


Le tecnologie emergenti come l'AI e il calcolo quantistico pongono inoltre importanti problemi di etica e responsabilità. L'AI, per esempio, può prendere decisioni basate su algoritmi opachi, il che rende difficile capire come siano stati raggiunti certi risultati. Questo fenomeno, noto come il problema della “black box”, pone seri interrogativi sulla responsabilità quando si verificano errori o abusi. In ambito quantistico, la capacità di decifrare la crittografia tradizionale con velocità senza precedenti rappresenta una minaccia non solo per la sicurezza nazionale ma anche per la privacy di dati sensibili, creando urgenze sia tecnologiche che normative per sviluppare soluzioni di crittografia post-quantistica.


Un altro aspetto critico riguarda le vulnerabilità nella supply chain delle tecnologie emergenti. Con l'aumento dell'interconnessione tra aziende e fornitori, qualsiasi punto debole in una catena di approvvigionamento può diventare un bersaglio per attacchi informatici, con il rischio di effetti domino su larga scala. Gli attacchi alla supply chain possono essere particolarmente dannosi, poiché coinvolgono non solo l'organizzazione bersaglio ma anche tutti i suoi partner e fornitori, aumentando esponenzialmente l'impatto potenziale. Questo rende necessario un monitoraggio costante e approfondito della sicurezza di tutti i fornitori e partner tecnologici.


Il crescente utilizzo dell'AI per la gestione automatizzata dei processi e per la presa di decisioni critiche comporta anche il rischio di "data poisoning", in cui gli attaccanti manipolano i dati di addestramento per influenzare i comportamenti del sistema AI. Questi attacchi possono compromettere l'efficacia e l'affidabilità dei modelli di AI, inducendoli a prendere decisioni sbagliate che possono danneggiare l'organizzazione. L'avvento delle reti neurali profonde ha anche introdotto nuove forme di attacco, come gli attacchi avversari, in cui piccoli cambiamenti impercettibili possono far deviare i sistemi AI verso comportamenti indesiderati.


L'ascesa dell'IoT ha anche creato un'enorme superficie di attacco, con molti dispositivi che spesso non vengono progettati pensando alla sicurezza. I dispositivi IoT possono essere facilmente compromessi e utilizzati per attacchi di tipo DDoS (Distributed Denial of Service), come evidenziato dal famoso attacco botnet Mirai. Questa sfida evidenzia l'importanza di adottare un approccio di sicurezza "by design", che preveda la protezione dei dispositivi IoT già in fase di sviluppo, invece di considerarli un'aggiunta opzionale.


Infine, la carenza di competenze specialistiche in sicurezza informatica rappresenta una sfida rilevante. Le tecnologie emergenti richiedono competenze sempre più specifiche, ma il numero di professionisti della sicurezza informatica non sta crescendo abbastanza velocemente per soddisfare la domanda. Questa carenza di competenze lascia molte organizzazioni vulnerabili agli attacchi, poiché non sono in grado di implementare adeguate difese o rispondere in modo efficace agli incidenti. Per affrontare questo problema, è necessario investire in programmi di formazione avanzata, in partnership con istituzioni educative e organizzazioni del settore tecnologico, per colmare il divario di competenze e preparare una nuova generazione di esperti in sicurezza informatica.


In sintesi, il paesaggio tecnologico moderno presenta un insieme complesso e interconnesso di sfide che richiedono un ripensamento fondamentale delle strategie di sicurezza. Le tecnologie emergenti offrono opportunità senza precedenti, ma comportano anche rischi significativi che non possono essere ignorati. Un approccio proattivo, basato sulla collaborazione, la regolamentazione adattativa e l'educazione continua, è fondamentale per garantire che la società possa trarre vantaggio dalle innovazioni senza compromettere la sicurezza e la privacy.

 

Strategie di mitigazione e collaborazione internazionale

La complessità del panorama delle tecnologie emergenti richiede un approccio proattivo e collaborativo.


Ecco alcune strategie per rafforzare la resilienza informatica:


  1. Investimenti in ricerca e sviluppo (R&D): Investire in ricerca e sviluppo è fondamentale per creare soluzioni innovative contro le nuove minacce, come le tecniche crittografiche resistenti al calcolo quantistico e gli strumenti di sicurezza informatica basati sull'AI. Gli investimenti devono essere rivolti anche a nuove tecnologie di rilevamento delle minacce e tecniche di risposta automatizzata che permettano di ridurre i tempi di reazione agli incidenti. Inoltre, esplorare l'uso dell'apprendimento federato può consentire alle organizzazioni di addestrare modelli di AI senza trasferire dati sensibili, proteggendo così la privacy.


  2. Collaborazione multisettoriale: Rafforzare le partnership tra governi, industria e mondo accademico è cruciale per affrontare collettivamente le sfide della sicurezza informatica. Iniziative come la piattaforma di collaborazione pubblico-privata negli Emirati Arabi Uniti sono esempi significativi di come l'integrazione tecnologica possa avvenire in un contesto regolamentato e resiliente. La collaborazione multisettoriale deve includere anche iniziative di condivisione delle informazioni, dove le organizzazioni si scambiano dettagli su nuove minacce e soluzioni efficaci, creando un ecosistema di difesa unificato contro gli attacchi informatici.


  3. Pianificazione della resilienza: Sviluppare e testare regolarmente piani di risposta agli incidenti è essenziale per garantire un rapido recupero dagli attacchi informatici. Questi piani devono considerare le minacce emergenti e adattarsi costantemente al paesaggio tecnologico in evoluzione. È importante che questi piani includano la simulazione di scenari realistici di attacco, coinvolgendo tutte le parti interessate, al fine di identificare e risolvere rapidamente eventuali lacune nella risposta. Inoltre, l'adozione di un approccio Zero Trust, in cui ogni accesso deve essere continuamente verificato, aiuta a ridurre al minimo i rischi legati agli accessi non autorizzati.

 

Esempi di collaborazione e casi di studio

La gestione delle sfide della sicurezza informatica può essere meglio compresa attraverso esempi pratici. Gli studi di caso di Schneider Electric, degli Emirati Arabi Uniti, di Singapore, e altri esempi globali, evidenziano l'importanza di integrare tecnologie emergenti in un quadro più ampio di strategia di sicurezza informatica.


  • Schneider Electric utilizza l'AI per generare codice per i controller logici programmabili (PLC) nei sistemi di controllo industriale. Questo approccio automatizza la generazione di codice, migliorando l'efficienza operativa e contribuendo alla sicurezza informatica attraverso la mitigazione di potenziali vulnerabilità. Schneider Electric ha anche introdotto una politica di sicurezza interna che richiede test continui e valutazione dei rischi per garantire che l'integrazione dell'AI non introduca nuove vulnerabilità nei loro sistemi industriali. Inoltre, Schneider Electric collabora con diverse università per condurre ricerche avanzate su sistemi di automazione sicuri, sviluppando standard di sicurezza specifici per le infrastrutture critiche.


  • Gli Emirati Arabi Uniti hanno investito in tecnologie emergenti come AI, blockchain e quantum computing per migliorare le infrastrutture critiche e garantire la sicurezza digitale. Le partnership pubblico-private e la collaborazione internazionale sono fondamentali per raggiungere questi obiettivi. Il Dubai Blockchain Strategy, per esempio, mira a utilizzare la blockchain per rendere più trasparenti e sicure le transazioni del governo, aumentando la fiducia del pubblico e la sicurezza dei dati. Inoltre, gli Emirati Arabi Uniti collaborano attivamente con organismi internazionali come l'Interpol per condividere informazioni sulle minacce emergenti e sviluppare strategie congiunte per la sicurezza informatica. Hanno anche creato centri di innovazione per promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie, con un focus particolare sulla resilienza delle infrastrutture critiche.


  • Singapore si distingue per la sua strategia multisettoriale, che include il piano di crescita per i talenti in ambito cybersecurity e la gestione del rischio della supply chain delle infrastrutture critiche di informazione (CII). Questo approccio promuove l'innovazione e la resilienza, consentendo a Singapore di mantenere una posizione di leadership nella sicurezza informatica. Singapore ha anche sviluppato un programma di certificazione per le aziende che rispettano gli standard di sicurezza informatica, incentivando le organizzazioni a migliorare continuamente le loro pratiche di sicurezza. In aggiunta, Singapore collabora con altri Paesi della regione ASEAN per migliorare la sicurezza informatica a livello regionale, partecipando a esercitazioni di difesa informatica congiunte e promuovendo la condivisione di conoscenze e competenze.


  • Unione Europea: L'UE ha adottato un approccio coordinato per la sicurezza informatica, attraverso l'iniziativa NIS2 (Network and Information Security Directive 2). Questo quadro normativo mira a migliorare la sicurezza delle reti e dei sistemi informativi in tutti i Paesi membri. L'UE ha promosso numerose collaborazioni tra le agenzie di sicurezza nazionali e il settore privato per migliorare la resilienza informatica complessiva. Inoltre, l'ENISA (European Union Agency for Cybersecurity) svolge un ruolo centrale nell'organizzare esercitazioni di simulazione di incidenti su larga scala per testare e migliorare la preparazione collettiva agli attacchi informatici.


  • Stati Uniti - Iniziativa di Sicurezza Pubblico-Privata: Negli Stati Uniti, il Department of Homeland Security (DHS) collabora strettamente con aziende tecnologiche e istituti di ricerca per migliorare la sicurezza delle infrastrutture critiche. L'iniziativa CISA (Cybersecurity and Infrastructure Security Agency) promuove la collaborazione tra il settore pubblico e privato per affrontare minacce informatiche sofisticate. Inoltre, il National Institute of Standards and Technology (NIST) ha sviluppato linee guida per aiutare le organizzazioni a implementare controlli di sicurezza avanzati, supportando l'adozione di tecnologie come l'AI e la blockchain in modo sicuro.


Questi esempi dimostrano che la collaborazione internazionale e multisettoriale è essenziale per affrontare le minacce informatiche emergenti. Ogni regione ha adottato strategie su misura per affrontare le sfide specifiche del proprio contesto, ma un filo conduttore comune è l'importanza di coinvolgere sia il settore pubblico che privato, e di incentivare la condivisione delle informazioni e delle risorse. Tali approcci sono fondamentali per costruire una resilienza informatica globale che possa adattarsi a minacce sempre più sofisticate e in continua evoluzione.

 

Raccomandazioni per la resilienza informatica

Per costruire un ecosistema digitale resiliente è necessario un approccio multifattoriale che integri la sicurezza e la resilienza fin dalle prime fasi dello sviluppo tecnologico.


Tra le principali raccomandazioni:


  • Integrare le tecnologie emergenti nelle infrastrutture critiche: L'adozione di tecnologie come la crittografia resistente al calcolo quantistico e i protocolli di sicurezza basati su blockchain può migliorare l'integrità e l'affidabilità delle infrastrutture critiche. È importante che queste tecnologie siano integrate in modo che possano adattarsi alle future minacce, rendendo le infrastrutture critiche più dinamiche e in grado di resistere a eventuali attacchi sofisticati.

  • Sviluppare linee guida etiche e di governance: Creare linee guida etiche per l'uso delle tecnologie emergenti è fondamentale per garantire che siano sviluppate nel rispetto dei diritti umani e della privacy. La governance etica dovrebbe includere la valutazione dell'impatto sociale delle tecnologie, con particolare attenzione ai rischi di discriminazione o di utilizzo improprio, e dovrebbe prevedere misure per garantire la responsabilità di chi sviluppa e implementa queste tecnologie.

  • Monitoraggio continuo e analisi predittiva: L'utilizzo di strumenti di monitoraggio avanzati e di analisi predittiva può aiutare le organizzazioni a prevedere potenziali minacce e a rispondere proattivamente, rafforzando la resilienza dei sistemi. Le organizzazioni dovrebbero investire in strumenti di apprendimento automatico che siano in grado di riconoscere schemi di comportamento anomali e di agire autonomamente per mitigare i rischi prima che questi possano materializzarsi.

  • Formazione continua e sviluppo di competenze: Un altro aspetto cruciale per il futuro della resilienza informatica è l'educazione e la formazione continua del personale. Le tecnologie emergenti richiedono competenze altamente specializzate e la carenza di professionisti nel campo della cybersecurity rappresenta una minaccia significativa. Le organizzazioni devono investire in programmi di formazione, borse di studio e partenariati con istituzioni educative per assicurarsi che la forza lavoro sia preparata per affrontare le sfide future.

 

Conclusioni

La crescente complessità del panorama tecnologico, trainata dalle tecnologie emergenti, pone le imprese di fronte a una nuova era di rischio e opportunità, dove la resilienza informatica deve diventare una priorità strategica. Tuttavia, ciò che spesso manca nelle discussioni su queste tematiche è una comprensione profonda delle interdipendenze sistemiche che si sviluppano non solo tra le tecnologie, ma anche tra i modelli di business, le normative e le aspettative sociali.

 

L'adozione di tecnologie come l'intelligenza artificiale, il calcolo quantistico e l'Internet of Things non è più una scelta dettata dall’efficienza operativa, ma una necessità per mantenere competitività in un mercato globalizzato. Tuttavia, il rischio associato a tali innovazioni è amplificato dalla rapidità con cui vengono implementate, spesso senza una valutazione completa delle implicazioni a lungo termine. Le aziende tendono a adottare un approccio reattivo alla sicurezza, rispondendo agli incidenti anziché anticiparli. È qui che la resilienza informatica, come principio progettuale, diventa essenziale: le imprese devono abbracciare un cambiamento di mentalità che vada oltre la semplice prevenzione degli attacchi e consideri la capacità di adattarsi, evolversi e, soprattutto, imparare dai fallimenti.

 

Un altro punto critico è la mancanza di una visione olistica delle vulnerabilità. La gestione dei rischi informatici spesso viene compartimentata per dipartimenti, senza una visione integrata delle interconnessioni tra tecnologie e processi aziendali. L’interdipendenza delle tecnologie, come visto con l'IoT e l'AI, crea un effetto domino in cui un singolo punto debole può avere ripercussioni devastanti su larga scala. L'industria deve abbandonare l'idea che la sicurezza sia una funzione esclusiva dell'IT e comprendere che si tratta di un elemento centrale per la strategia aziendale, capace di influire direttamente su fiducia, reputazione e, in ultima analisi, sostenibilità economica.

 

In questo contesto, la collaborazione multisettoriale e internazionale diventa un imperativo strategico. Le minacce informatiche sono per loro natura globali e distribuite, e nessuna organizzazione, per quanto grande, è in grado di affrontarle da sola. La condivisione delle informazioni sulle minacce e sulle best practice tra aziende, governi e istituzioni accademiche rappresenta non solo una risposta pragmatica, ma anche un vantaggio competitivo. Tuttavia, questa collaborazione deve essere costruita su una fiducia reciproca, che oggi non è ancora del tutto scontata, specialmente quando ci si trova a dover bilanciare innovazione, segretezza industriale e conformità normativa.

 

Infine, un elemento spesso sottovalutato è l'importanza delle competenze e della cultura aziendale. L'investimento tecnologico non può compensare la mancanza di una forza lavoro adeguatamente formata. La carenza di specialisti in sicurezza informatica non rappresenta solo una sfida operativa, ma costituisce un rischio strategico per le aziende. Creare una cultura della resilienza, che promuova l'apprendimento continuo e la capacità di adattamento a tutti i livelli dell'organizzazione, è essenziale per sopravvivere e prosperare in un contesto tecnologico sempre più imprevedibile.

 

Le imprese devono quindi integrare la sicurezza non come un costo, ma come un elemento chiave per la loro longevità, investendo non solo in tecnologie, ma soprattutto in competenze, governance etica e capacità di reazione adattativa. Solo con questo approccio le organizzazioni saranno in grado di affrontare l’incertezza dell’era digitale emergente, sfruttando appieno le opportunità senza soccombere ai rischi incombenti.




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